ANGELINA O LA BUONA FANCIULLA INSTRUITA NELLA VERA DIVOZIONE A MARIA SANTISSIMA

 

TORINO

 

TIP. G. B. PARAVIA E COMP.

1860 {1 [1]} {2 [2]}

 

[è premesso alle opere ristampate solo parzialmente; è premesso agli scritti attribuiti o attribuibili a Don Bosco]

 

 

 

 

INDEX

A chi legge. 2

Capo X. La Comunione. 2

Capo XIX. La Confessione. 3

Capo XX. Frequenza alla santa Comunione. 5

Capo XXI. La Chiesa di Gesù Cristo. 6

Capo XXII. Il rispetto umano. 8

Capo XXIV. Le conversazioni. 8

Capo XXV. Maria nostra protettrice nella vita presente. 9

Capo XXVI. Maria nostra protettrice in punto di morte. 10

La fanciulla che brama di amare Gesù Cristo, a Maria di lei madre. 11

Indice  13

 


A chi legge.

 

            Tu vivi, cristiano, d'imitazione. Quello che vedi farsi dalla mamma, dal papà, dai fratelli e dalle sorelle più grandi di te, e da altri ancora, basta a fare sì che piaccia al tuo cuore e ti alletti; animato dal loro esempio tosto imprendi a farlo tu pure, e quando non puoi riuscirvi col l'opera, mandi avanti i desiderii, li accendi, li afforzi, dicendo: o potessi far io, come mamma, papà, e le sorelle mie. Felice te, se le azioni che vedi, sono buone! Te felice, se gli esemplari, che hai sott'occhio, non hanno macchia di vizio, ma ti presentano bei colori di virtù! Ah! allora il {3 [3]} tuo cuore sarà nobilitato, vestirà ogni di grazie, splendore e bellezza celeste, da far invidia al candor della neve, alla vivezza della luce, al soave luccicare della luna e delle stelle. Ma guai a te, se il modello che hai sotto gli occhi è cattivo; se le azioni che vedi sono viziose! Allora il tuo cuore verrebbe avvilito fino al fango; e tu che diverresti? Se tu dunque vivi d'imitazione, e se è necessario a te l'aver di continuo a vista un modello senza macchia da imitare, te ne vorrei dar uno. Esso è bello, è santo, è divino. Oh se giungerai a conoscerlo bene, quanto l'amerai! quanto desidererai di conformarti a' suoi begli esempi! Brami conoscere questo modello? È tua mamma; la mamma di tutti i fanciulli, di tutti gli uomini. Questa mamma è Maria, madre di Gesù, del figlio di Dio. Ecco il modello che ti voglio dare. Una {4 [4]} fanciulla di tua età di nome Angelina, che fu imitatrice della Regina degli Angeli, ti insegnerà come si fa ad imitar Maria.

            La virtuosa fanciulletta si era ben fissa in mente questa risoluzione; la mia giornata con Maria! E voleva dire, che ella in tutti i giorni avrebbe fatto le sue azioni con quei pensieri ed affetti, con quella diligenza, in quel modo, che le ha fatte Maria SS. Come aveva proposto, così fece; e così le sue azioni mai non ismentirono il nome che le fu dato al fonte battesimale. Così sarà di te, se tu pure dirai ogni mattina nel cuor tuo: Questa mia giornata è con Maria!

            Maria, la tua buona Mamma ti benedica dal Paradiso. {5 [5]} {6 [6]}

 

[…]

 

            «questo mondo per non ricordarmi più

            «che della bontà dei mio Dio, delle sue

            «misericordie e del vostro amore.»

 

 

Capo X. La Comunione.

 

            Marietta era tutta sollecitudine, perchè la sua Angelina facesse la sua prima comunione colle migliori disposizioni d'animo e di cuore compatibili colla sua età. Non lasciava sfuggir occasione di prepararla fin dai più teneri anni. Conosceva ben essa che la comunione è l'azione più eccellente, la più santa che possa mai fare una creatura sulla terra, azione la più decisiva, che fatta degnamente la prima volta arreca nel cuor dei fanciulli le più elette benedizioni; ma se per somma disavventura è fatta indegnamente: ahi! qual marchio di terribili maledizioni imprime essa mai.

            Un giorno di festa questa buona madre era ritornata dal far la santa comunione. Angelina l'avea accompagnata. Cammin facendo la ragazza coll'ardor di un cuore desideroso di unirsi al suo Dio per la prima volta, disse: mamma, quando vi {35 [7]} veggo a ricevere il buon Gesù nella santissima comunione mi si accende in cuore un sì vivo desiderio di riceverlo io pure, che pare mi porti sull'ali alla sacra mensa, nè so chi mi trattenga dall'accorrervi. Ah! venga, venga presto quel dì, il più bello e fortunato di mia vita. Allora potrò dire anch'io: il mio Gesù è mio, ed io sono di Gesù! E qui lasciò spuntar dagli occhi alcune lagrime.

            La madre miratala con tenera compiacenza, datale una sfretta di mano, ed alzati gli occhi al cielo rispose: Lina mia, anche per te il giorno di tue nozze con Gesù si avvicina a corso veloce. Ancor qualche mese, e poi stringerai al tuo seno per la prima volta il tuo Dio, il tuo Salvatore, Padre, sposo, e insomma il tuo tutto. La tua madre e il nostro zelante prevosto non hanno omesso alcun mezzo per farti conoscere l'importanza d'una prima comunione e le disposizioni che bisogna portarvi per farla degnamente e con vantaggio dell'anima. Ma, mia cara, ci hai corrisposto? che ti manca ancora per accogliere, come si conviene, un tanto ospite? Ah! pur troppo ti manca ancora assai! Or bene, ecco un mezzo più prossimo per meglio {36 [8]} disporti a ricevere per la prima volta, e poi tutte le altre il tuo Gesù. Io ti avea fatto cenno fin da principio di questi ammaestramenti, che tu dovevi passare la tua giornata con Maria per ottenere in modo speciale il favore di far bene la prima tua comunione. Ora invece è venuto il tempo d'imitare nella tua Celeste Madre quelle virtù più prossime alle disposizioni alla comunione, quali sono, la fede, speranza, carità, desiderio, gratitudine, umiltà, e le altre che da queste derivano. Devi pensare spesso a quelle disposizioni d'animo e di cuore che vi portava Maria Vergine, allorchè in questa vita riceveva ogni giorno il suo Divin Figlio nella santissima comunione. Qual fede vivissima nella verità del sacramento! quanta umiltà, ardore, e desiderio! qual corredo di virtù le più eroiche ne adornava la mente ed il cuore sacratissimo! Maria SS. era tempio vivente dello Spirito Santo, giardino di delizie del suo Celeste Sposo, più santa di tutti gli Angeli e di tutti i Santi insieme, quindi di tutti loro più degna d'accogliere nel suo seno il Santo de' santi, il suo Divin Figlio.

            Per ottenere il tuo scopo devi spesso pensarvi. Ma soprattutto devi pregare la {37 [9]} Madre tua santissima che prepari ella stessa il tuo cuore a ricevere, come si conviene, il suo Gesù. Ecco la bella affettuosa orazione che puoi fare spesso alla tua Madre Celeste.

            «O Madre mia Immacolata, voi, che» prima di sedervi in Paradiso alla destra» del vostro Gesù, l'avete ricevuto ogni» giorno nella comunione santissima più» degnamente che non l'hanno ricevuto» tutti i Santi insieme, ottenetemi la grazia» di far bene la mia prima comunione.» Io sono una debole e misera fanciulla» priva di quelle virtù, che col loro odore» soavissimo attraggono nel cuore l'Agnello» senza macchia, il vostro Gesù. Ah! voi» dunque aiutatemi, perchè la mia mente» e il mio cuore siano pieni di quella fede» vivissima, di quella ferma speranza, di» quell'arditissima carità ed umiltà» profondissima, delle quali era tutto penetrato» ed animato il vostro Cuore SS.» Allora il vostro Divin Figlio riconoscendo» in me un'immagine vivente della Madre» sua troverà le sue delizie nel venirci la» prima volta sacramentato, e darsi tutto» a me in cibo. Così sia.» {38 [10]}

            Coraggio, cara figlia, mettiti all'opera; eseguisci con fedeltà e costanza quello che ti ho insegnato. Tutti i giorni di tua vita siano con Maria, le sue eroiche virtù risplendano nella tua mente, infiammino il tuo cuore, abbelliscano ogni tua opera. Nè sii paga d'essere sola. Le tue compagne condotte dalle tue esortazioni e più dall'esempio facciano lo stesso; e Maria santissima sarà la tua e la loro madre e protettrice in vita, la tua e la loro consolazione in morte, la tua e la loro corona nel bel paradiso.

            Angelina, commossa fino alle lagrime da questa esortazione, ringraziò la buona madre, e rinnovò la promessa di attenersi esaltamente agl'insegnamenti di lei, e la mantenne in tutto il corso di sua vita. Felice vita! adorna delle più graziose e sante virtù, chiusa dalla morte dei giusti, resa immortale da' gaudii eterni!!

 

 

[…]

 

 

Capo XIX. La Confessione.

 

            La buona Marietta dopo avere insegnato alla docile sua figliuola il modo di passare {57 [11]} la giornata con Maria, la volle ancora ammaestrare intorno ad alcune cose di nostra santa religione, le quali sono della massima importanza. Pertanto chiamatala a sè un giorno così prese a parlarle: Senti, o Lina mia, ti voglio oggi far conoscere un grande tratto della misericordia di Dio verso noi poveri peccatori.

            - Sì, o mamma, dite pure, che io sono tanto contenta di udirvi a parlare de' benefizi che ci ha fatto il Signore.

            - Marietta continuò: tu sai come noi siamo miserabili, e come cadiamo facilmente in peccati. Ora se Dio avesse detto di perdonarci i nostri peccati solamente col battesimo, e non più quelli che per disgrazia si sarebbero commessi dopo aver ricevuto questo sacramento, oh quanti cristiani certo se ne andrebbero alla perdizione! Ma Iddio, conoscendo la nostra grande miseria, stabilì un altro sacramento con cui ci sono rimessi i peccati commessi dopo il battesimo. È questo il sacramento della Confessione.

            Lina. Raccontatemi, o mamma, quando il Signore ci ha concessa un sì grande favore di stabilire questo sacramento.

            Marietta. Sì, te lo racconterò come ce lo racconta il Vangelo: Otto giorni dopo {58 [12]} la sua risurrezione Gesù apparve a' suoi discepoli, e loro disse: la pace sia con voi. Come il Padre Celeste mandò me, così io mando voi, cioè la facoltà datami dal Padre Celeste di fare quanto si giudica bene per la salvezza delle anime, la medesima io do a voi. Di poi il Salvator soffiando sopra di loro disse: ricevete lo Spirito Santo; quelli a cui rimetterete i peccati, sono rimessi, quelli a cui li riterrete, sono ritenuti. Già ben comprendi che le parole ritenere o non ritenere vogliono dire, dare o non dare l'assoluzione. Questa è la grande facoltà data da Dio ai suoi Apostoli e a' loro successori nell'amministrazione dei sacramenti. Da queste parole del Salvatore nasce una obbligazione ai sacri ministri di ascoltare le confessioni, e nasce egualmente l'obbligazione pel cristiano di confessare le sue colpe, affinchè si conosca quando si deve dare o non dare l'assoluzione, quali consigli suggerire per riparare il male fatto, dare insomma tutti quei paterni avvisi che giudica necessarii per riparare ai mali della vita passata e non commetterli più per l'avvenire.         Lina. Capisco tutto quello che mi dite; {59 [13]} una sola cosa non posso comprendere, ed è questa, che non so come vada che non ho mai sentito a dire che gli Apostoli confessassero; essi che hanno ricevuto da Gesù Cristo in persona questa autorità, mi pare che avrebbero dovuto confessare.

            Marietta. Cara Lina, è uno sproposito il dire che gli Apostoli non confessassero. Forse tu non l'avrai ancora sentito a dire, o che non te ne ricordi più; del resto appena gli Apostoli cominciarono a predicare il Vangelo, tosto cominciò a praticarsi il sacramento della penitenza. Leggiamo che quando s. Paolo predicava in Efeso, molti fedeli che già avevano abbracciata la fede venivano ai piedi degli Apostoli e confessavano i loro peccati: Confitentes et annunciantes actus suos. Dal tempo degli Apostoli fino a noi fu sempre osservata la pratica di questo grande sacramento. La Chiesa cattolica condannò come eretici quelli che ebbero l'ardimento di negare questa verità. Neppure avvi alcuno il quale se ne sia potuto dispensare. Ricchi e poveri, servi e padroni, re, monarchi, imperatori, sacerdoti, vescovi, i medesimi Sommi Pontefici, tutti devono piegare le ginocchia ai pie di un sacro ministro per {60 [14]} ottenere il perdono di quelle colpe, che per avventura avessero commesse dopo il battesimo. Ma ohimè! quanti cristiani approfittano di rado o approfittano male di questo sacramento! Chi vi si accosta senza fare l'esame, altri si confessano con indifferenza, senza dolore o senza proponimento, altri poi tacciono cose importanti in confessione, o non adempiono le obbligazioni imposte dal confessore. Costoro prendono la cosa più santa e più utile, per servirsene a rovina di loro medesimi. S. Teresa ebbe a questo proposito una tremenda visione. Ella vide che le anime cadevano giù all'inferno come cade la neve d'inverno sul dorso delle montagne. Spaventata di tale rivelazione ne dimandò a Gesù Cristo la spiegazione, e si ebbe in risposta che coloro andavano alla perdizione per le confessioni mal fatte in vita loro.

            Lina. Ah! che il Signore mi faccia la grazia, che non mi accada mai di fare una cattiva confessione!

            Marietta. Sì, Lina mia, faccia il Signore che non li accada mai una tale disgrazia. Tu intanto durante tutta la tua vita, accostati sovente a questo sacramento di misericordia, ma procura di portarvi sempre {61 [15]} le dovute disposizioni. Ogni qual volta ti andrai a confessare fa precedere un diligente esame delle tue colpe, quindi confessate tutte, certe come certe, dubbie come dubbie in quel modo che le conoscerai, ma con un grande dolore di averle commesse; e prometti di non più commetterle in avvenire. Ma soprattutto guarda di far vedere il frutto delle tue confessioni con rendere ognora migliore la tua vita. Dio dice nel Vangelo che dal frutto si conosce la bontà dell'albero; così dal miglioramento della tua vita apparirà la bontà o la nullità delle tue confessioni: Ex fructibus eorum cognoscetis eos.

            Lina. Poichè il Signore ci volle usare tanta bontà coll'istituire questo sacramente, io voglio apprestarmene sovente, e fare tutto il possibile, affinchè le mie confessioni riescano gradite al Signore e alla sua Madre SS.

 

 

Capo XX. Frequenza alla santa Comunione.

 

            Marietta. Ti ho già parlato altre volte della santa comunione, e ti ho insegnato {62 [16]} come dovrai accostarti per imitare la Madre tua Maria, tuttavia è necessario che ti dia ancora altre istruzioni, che serviranno ad accrescere in te il desiderio di accostarviti.

            Lina. Oh quanto piacere mi fate di parlarmi sovente di questo sacramento, che io desidero tanto tanto di andar presto a ricevere!

            Marietta. Senti dunque: Prima di tutto è necessario che tu ben comprenda che vuol dire fare la santa comunione.

            Lina. Questo io lo so già, vuol dire andare a ricevere l'Ostia consacrata.

            Marietta. Non basta; fare la comunione vuol dire accostarsi alla mensa degli angioli per ricevere il corpo, il sangue, l'anima e la divinità di nostro Signor Gesù Cristo, che viene dato in cibo all'anima nostra sotto alla specie del pane e del vino consacrato. Alla messa, al momento che il sacerdote proferisce sul pane e sul vino le parole della consacrazione, il pane ed il vino diventano corpo e sangue di Gesù Cristo.

            Lino. Le sapete voi queste parole? Ditele anche a me.

            Marietta. Il divin Salvatore nell'istituire {63 [17]} questo sacramento disse: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue; e queste parole medesime in latino usano i sacerdoti a nome di Gesù Cristo nel sacrifizio della santa Messa. Pertanto quando noi andiamo a fare la comunione, riceviamo il medesimo Gesù Cristo in corpo, sangue, anima e divinità, cioè vero Dio e vero uomo, vivo come è in cielo. Non è la sua immagine, nemmeno la sua figura, come è una statua, un crocifisso; ma è Gesù Cristo medesimo siccome è nato dall'Immacolata Vergine Maria e per noi morì sulla croce. Gesù Cristo medesimo ci assicurò di questa sua real presenza nella santa Eucaristia quando disse: Questo è il mio corpo che sarà dato per la salvezza degli uomini: Corpus, quod pro vobis tradetur. Questo è quel pane vivo, che discese dal cielo: Hic est panis vivus, qui de coelo descendit. Il pane, che io darò, è la mia carne; la bevanda che io do è il mio vero sangue. Chi non mangia di questo corpo, e non beve di questo sangue, non ha con sè la vita.

            Lina. Oh! come sono chiare tutte queste cose! Gesù Cristo non avrebbe potuto manifestarci più chiaramente che esso è veramente {64 [18]} presente nella santa Eucaristia, e che vuole che noi andiamo a riceverlo. Ma ditemi: quante volte bisogna poi che io vada a fare la comunione durante la mia vita?

            Marietta. Gesù avendo istituito questo sacramento pel bene delle anime nostro desidera che noi vi ci accostiamo sovente. Ecco le parole con cui egli c'invita: venite a me tutti, o voi, che siete stanchi ed oppressi, ed io vi solleverò. Altrove diceva agli ebrei: «i vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono; ma colui che mangia il cibo figurato nella manna, quel cibo che io do, quel cibo che è il mio corpo e il mio sangue, egli più non morrà in eterno. Colui che mangia la mia carne e beve il mio sangue egli abita in me ed io in lui; imperocchè la mia carne è un vero cibo, e il mio sangue una vera bevanda.» Chi mai potrebbe resistere a questi amorevoli inviti del divin Salvatore? Per corrispondere a questi inviti i cristiani dei primi tempi andavano ogni giorno ad ascoltare la parola di Dio, ed ogni giorno si accostavano alla santa comunione. Ed è appunto per questo motivo che allora vi erano tanti martiri che davano coraggiosamente {65 [19]} la loro vita per la fede, tante vergini che si consecravano interamente a Gesù Cristo, e tanti altri santi in ogni condizion di persone.

            Ora venendo a noi, o cara Lina, solo che ci mettiamo ad esaminare i desiderii di Gesù Cristo e il nostro bisogno, tosto vedremo che dobbiamo comunicarci assai sovente. Siccome la manna ogni giorno servi di cibo corporale agli ebrei in tutto il tempo che vissero nel deserto, finchè furono condotti nella terra promessa, così la santa comunione dovrebbe essere il nostro conforto, il cibo quotidiano nei pericoli di questo mondo per guidarci alla vera terra promessa del paradiso. S. Agostino dice così; se ogni giorno domandiamo a Dio il pane corporale, perchè non procureremo anche di cibarci ogni giorno del pane spirituale colla santa comunione? S. Filippo Neri incoraggiava i cristiani a confessarsi ogni otto giorni, e comunicarsi anche più spesso secondo l'avviso del confessore. E la santa madre chiesa che niente altro desidera che il bene dei fedeli, ecco come esprime il suo vivo desiderio della comunione frequente nel Concilio Tridentino: «sarebbe cosa sommamente desiderevole {66 [20]} che ogni fedel cristiano si mantenesse in tale stato di coscienza da poter fare la santa comunione ogni volta che interviene alla santa Messa.» Ed un Papa per incoraggire i cristiani ad accostarsi sovente alla confessione e alla comunione, concedette questo favore: quei fedeli che hanno la lodevole consuetudine di confessarsi ogni settimana, ogni qualvolta fanno la santa comunione, possono acquistare indulgenza plenaria, cioè la remissione di tutta quanta la pena temporale che resterebbe loro a soffrire o in questo mondo o nel purgatorio. Tu adunque, o Lina, nel corso della tua vita procura poi di accostarti a ricevere il buon Gesù quanto più spesso potrai secondo che ti consiglierà il tuo confessore.

            Lina. Ah! venga presto il tempo in cui io possa fare molto sovente la santa comunione, e la Madre mia Maria SS. mi ottenga la grazia di potermi accostare degnamente a ricevere il suo divin Figlio.

            Marietta. Sì, procura di tenere per tutta la tua vita questa bella pratica. E se coll'andare del tempo il demonio cercasse di allontanartene colla scusa che non sei degna di andarvi tanto sovente, perchè sei {67 [21]} peccatrice; tu rispondigli colle parole di Gesù Cristo, che quelli che stanno bene non hanno bisogno del medico; ma quelli appunto che sono maggiormente soggetti agli incomodi hanno bisogno di essere visitati più spesso dal medico. Intanto accostandoti sovente alla comunione tu farai la cosa più gradevole a Maria SS. e a tutti i santi, potrai vincere le tentazioni, e sarai come sicura di arrivare un giorno a vedere Gesù e Maria in paradiso.

 

 

Capo XXI. La Chiesa di Gesù Cristo.

 

            Marietta. Tu sai, o Lina, che il nostro divin Salvatore è disceso dal cielo per salvarci, e che nel tempo della sua vita predicò la sua dottrina, cioè le verità della nostra santa religione.

            Lina. Sì, tutto questo io lo so già, e l'ho imparato studiando il catechismo.

            Marietta. Or bene, sappi che il Signore non si contentò di predicare la sua dottrina, ma volle ancora stabilire un mezzo onde fosse assicurato il deposito della fede, cioè onde la sua dottrina si conservasse {68 [22]} sempre pura, e le verità che egli predicava non venissero mai ad essere mescolate con errori. E questo mezzo fu di fondare sopra la terra un regno spirituale, a cui appunto a fidò il deposito della fede.

            Lina. Dove si trova questo regno, e come si chiama?

            Marietta. Questo regno spirituale fondato da Gesù Cristo è la sua Chiesa, ovvero la congregazione dei fedeli cristiani di tutto il mondo, che professano la dottrina di Gesù Cristo sotto la condotta de' legittimi pastori, e specialmente del Romano Pontefice che n’è il capo da Dio stabilito. Questa chiesa da Dio stabilita doveva in ogni tempo e in ogni luogo ricevere tutti coloro che avessero voluto rifuggiarsi nel suo materno seno; ed essere perciò in ogni tempo visibile ed accessibile a tutti. Quindi nel Vangelo questa chiesa è paragonata ad una colonna, contro cui nulla valgono gli assalti dei nemici delle anime. È paragonata ad una pietra sopra cui poggia un grande edifizio che deve durare fino alla fine de' secoli. Tu sei Pietro, disse Gesù Cristo al principe degli Apostoli nel costituirlo capo della Chiesa, tu sei Pietro, e sopra questa pietra fonderò, la mia Chiesa, {69 [23]} e le porte dell'inferno non la potranno vincere. Ed altre volte gli diceva: io ho pregato per te, o Pietro, affinchè la tua fede non venga meno; e tu a tempo debito conferma i tuoi fratelli nella fede. Con queste parole egli ci assicura che non mai la sua Chiesa avrebbe potuto cadere in errore. Epperciò Gesù Cristo medesimo raccomandò a' suoi seguaci che nascendo questioni tra di loro, ne deferissero la risoluzione alla Chiesa, che se taluno, egli prosegue, rifiutasse di ascoltare la Chiesa, abbilo siccome gentile e publicano. Questa Chiesa è la colonna ed il fondamento di ogni verità; ce lo dice s. Paolo: sicchè ogni dottrina che non poggia sopra il fondamento di questa Chiesa, poggia sopra l'errore.

            La Chiesa di Gesù Cristo poi riceve varii nomi: in primo luogo si chiama cattolica, che vuol dire universale, perchè come si disse, qual madre amorosa accoglie in tutti i tempi e in tutti i luoghi quelli che vogliono venire al materno suo seno. Universale perchè abbraccia tutta la dottrina insegnata da Gesù Cristo e predicata dagli Apostoli.

            Dicesi anche santa, perchè il fondatore {70 [24]} di lei che è Gesù Cristo, è il fonte di ogni santità; niuno può essere santo fuori di questa Chiesa, giacchè soltanto in essa s'insegna la vera dottrina di Gesù Cristo, in essa soltanto si pratica la sua fede, la sua legge, e si amministrano i sacramenti da lui instituiti.

            Si suole eziandio appellare Apostolica, perchè i suoi pastori sono successori degli Apostoli, ed insegnano la medesima dottrina predicata dagli Apostoli come l'hanno imparata da Gesù Cristo.

            Si aggiunge poi il titolo di Romana, perchè il suo capo, che è il Papa, è vescovo di Roma, e per questo motivo questa città, una volta capitale del Romano impero, ora è il centro della religione, la capitale del mondo cattolico.

            Lina. Ma ditemi, come può il Papa da Roma governare i cristiani che sono per tutto il mondo?

            Marietta. Il Signore ha provveduto a tutto. Egli ha stabilito un capo che dovesse governare la sua Chiesa. E siccome gli Apostoli esercitarono il loro apostolato d'accordo e dipendenti da s. Pietro, così agii Apostoli succedettero i vescovi, che sempre dipendenti dai successori di s. Pietro {71 [25]} governarono e governano tuttora le varie diocesi della cristianità. I vescovi accolgono le suppliche, sentono i bisogni de' popoli, e li fanno pervenire fino al Vicario di Gesù Cristo. Esso dalla sua parte secondo il bisogno, comunica i suoi ordini ai vescovi di tutto il mondo, che poi li partecipano ai semplici fedeli. Ora osserva che bel ordine regna nella Chiesa: noi semplici fedeli siamo uniti al parroco, il parroco ci unisce al vescovo, il vescovo ci unisce al Papa, il Papa ci unisce a Dio.

            Quello poi che desidero che tu ritenga bene a mente è questo: siccome non vi è che un solo Dio, una sola fede, un solo battesimo, così non vi è che una sola vera Chiesa, fuori di cui niuno può salvarsi.

            Lina. Oh! come sono contenta, o mamma, di essere anch'io cristiana e di appartenere alla Chiesa cattolica.

            Marietta. Rallegrati pure in cuor tuo, e sii riconoscente a Dio, perchè ti ha creati in questa sua Chiesa, in cui sono tanti mezzi di salvezza; ma intanto ricordati di preger sempre per tanti altri che non hanno la fortuna di essere in grembo alla Chiesa cattolica, i quali perciò sono fuori della strada che conduce al cielo; prega {72 [26]} per loro, affinchè il Signore si degni di aprire ad essi gli occhi, e si convertano, ed abbraccino anche la nostra santa religione.

            Lina. Ah! vel prometto, non mi dimenticherò mai di pregare per costoro. Ma voi mi avete dotto di essere riconoscente al Signore perchè mi ha fatto nascere nella Chiesa; e come ho io da fare per dimostrargli la mia gratitudine per questo benefizio?

            Marietta. Per dimostrargli la tua gratitudine procura di mostrarti sempre docile alla voce dei sacri ministri, come le pecore lo devono essere alla voce del loro pastore. Questa è la espressa volontà di Gesù Cristo, il quale dice: chi ascolta i miei ministri, ascolta me, e chi li disprezza, disprezza me stesso. Va volentieri ad ascoltarli nelle prediche, nelle istruzioni, nei catechismi, nelle spiegazioni del Vangelo. Procura di osservare i precetti che la Chiesa a nome di Dio propone a' suoi figli. Sii costante nell'ascoltare la messa intiera tutte le domeniche e le altre feste comandate, sii costante a non mangiar carne al venerdì e sabato, e negli altri giorni, in cui è proibito il mangiarne; bisogna poi che {73 [27]} procuri di osservare i digiuni, quando sarai obbligata a digiunare; insomma procura di osservare con esattezza quanto la Chiesa comanda, e di astenerti da quanto proibisce. Questa è la vera ed unica maniera di mostrare la tua gratitudine a Dio per averti creata nella sua Chiesa. Quando poi ti accada di dover parlare della Chiesa, parlane sempre come una figlia rispettosa parlerebbe di sua madre; e non mai ti avvenga di dire cosa alcuna contro a quanto la Chiesa comanda o proibisce.

 

 

Capo XXII. Il rispetto umano.

 

            Marietta. Sapresti, o Lina, dirmi che cosa è il rispetto umano?

            Lina. L'ho già sentito a nominare, ma non ho ancora potuto capir bene che cosa sia. Ditemelo voi.

            Marietta. E anch'io quasi non saprei dirtelo; so tuttavia che è una cosa per la quale tanti se ne vanno all'eterna perdizione. Per dirti però qualche cosa, onde tu possa averne un'idea, ti dirò che questo nemico delle anime è un vano timore {74 [28]}

 

 

[…]

 

 

non fanno discorsi che offendono il Signore. Frequenti pure queste tali, perchè ne trarrai grande profitto; e incoraggiandovi le une le altre a praticare la virtù, arriverete una volta a vedere in paradiso Maria SS.

 

 

Capo XXIV. Le conversazioni.

 

            Lina. Voi, o mamma, l'altro giorno parlando delle compagnie, mi avete detto di schivare quelle compagne che tengono cattivi discorsi, di fuggirle come serpenti velenosi? Mi pare però che le parole siano soltanto parole, e non possano far tanto male.

            Marietta. I discorsi, o cara figlia, ah! se tu sapessi di quanti mali sono causa, non mi parleresti sicuramente così. Essi hanno fatto nascere tante e tante discordie, essi sono stati la causa che tanti hanno perduto i buoni costumi, la religione, e sono caduti in gravi peccati. Quanta gente si trova all'inferno pei cattivi discorsi! Questa verità predicava già s. Paolo, allorchè diceva che i cattivi {81 [29]} discorsi sono la rovina de' buoni costumi. Vedi, o Lina, i discorsi si possono considerare come il cibo: sia pur buona una pietanza, ma una sola goccia di veleno cadutovi sopra basta per dar la morte a quanti ne mangiano; lo stesso fa il cattivo discorso. Una parola, un gesto, uno scherzo bastano a cambiare il cuore, a guastano; bastano a far sì che un'anima, la quale prima era figliuola di Dio, diventi preda infelice del demonio. Per la qual cosa una fanciulla, ancora giovane come te, al sentire un discorso scandaloso, disse a chi lo faceva: fuggi di qua, o diavolo maledetto.

            Lina. Se c'è tanto pericolo pei cattivi discorsi, come dovranno fare coloro che si trovano in qualche scuola, o bottega, o negozio, o in qualche altro luogo ove si parla male, e donde non possono venir via?

            Marietta. Hai fatto bene a farmi questa dimanda; io ti dirò come essi devono fare; ma tu fa di ricordartene affinchè quando ti trovassi in quelle circostanze sappi poi come regolarti. Quelli adunque che si trovano in una scuola o in una bottega, o negozio, o in qualche altro luogo in cui {82 [30]} si parli male, ecco come devono regolarsi: se quelle persone che parlano male sono inferiori, essi devono riprenderle rigorosamente; se poi sono persone a cui non convenga fare rimproveri, essi fuggano se è loro possibile; e se non è possibile di fuggire, stiano fermi a non prender parte nè con parole, nè con sorriso; anzi col loro cuore si rivolgano a Dio con qualche giaculatoria, onde il Signore li aiuti a non cadere in peccato. E quelli che si regolano in questo modo non mancheranno di essere da lui aiutati, affinchè non abbiano a riportare danno dai discorsi che sono costretti a sentire.

            Lina. Ma facendo come voi dite non ci sarà poi pericolo di essere burlati dagli altri?

            Marietta. Non mancherà certamente chi metta in ceffe coloro che non vogliono prender parte ai cattivi discorsi. Ma non importa. Verrà un tempo, in cui i maligni, che hanno deriso i buoni, piangeranno, e per contrario i buoni saranno eternamente consolati in paradiso. E poi? se i buoni sono fermi per la causa del Signore, ne avverrà che quegli stessi, che prima li burlavano, saranno costretti ad {83 [31]} ammirare la virtù di modo che non oseranno pia molestarli coi loro perversi discorsi.

            Dove si trovava s. Luigi niuno più ardiva profferire parola meno onesta, e sopraggiugnendo egli in atto che altri ne pronunziava alcuna, tosto si diceva: zitto, c'è Luigi.

            Ora poi vorrai che fossero qui tutti coloro che osano dare scandalo coi loro cattivi discorsi, vorrei far loro sentire queste parole che Gesù Cristo dice a loro riguardo. «Guai a chi darà scandalo ad un fanciullo, pur troppo c'è scandalo nel mondo, ma guai a chi lo dà, meglio sarebbe per lui che si attaccasse una macina al collo e si gettasse nel profondo del mare.»

            Intanto tu, o Lina, avendo ricevuto da Dio la lingua, non ti avvenga mai di dire alcuna cosa che possa offenderlo, ma bensì procura di impiegarla sempre per lodarlo e ringraziarlo. {84 [32]}

 

 

Capo XXV. Maria nostra protettrice nella vita presente.

 

            Lina. Quanto è difficile, o mamma, di poterci salvare! Noi siamo inclinati al male, il demonio ci tenta; di più siamo attorniati da tanta cattiva gente, che fa le veci del demonio; come possiamo noi liberarci da tanti pericoli?

            Marietta. Hai ragione, o Lina, di dire che siamo attorniati da tanti pericoli, perchè in questo mondo siamo come in un mar burrascoso, come in un esilio, in una valle di lagrime. Tuttavia consoliamoci, perchè abbiamo Maria che si prende cura di noi. Essa è la stella del mare, il conforto nel nostro esilio, la luce che ci addita la via del cielo. E ciò fa questa tenera madre coll'ottenerci continui aiuti spirituali e temporali.

            Lina. Che piacere aver Maria in nostro aiuto! Ma siamo poi proprio certi che ella ci ottenga questi continui aiuti spirituali e temporali?

            Marietta. Ne siamo certissimi. Non possiamo entrare in alcuna città, in alcun paese {85 [33]} ove non vi sia un qualche monumento delle, grazie ottenute da Maria a' suoi divoti. Ora per lasciar da parte le altre citta, parliamo soltanto di Torino. Quando ti ho condotta nel santuario della Consolata, hai osservato quanti quadri erano appesi ai muri?

            Lina. Sì, ho veduto che ce n'erano tanti da coprire interamente le pareti. Ma che cosa rappresentano?

            Marietta. Appunto quello che ti voleva dire. Tutti quei quadri sono tanti segni di gratitudine verso Maria pei benefizi ricevuti. Qui tu vedi un infermo spedito dai medici, che riacquista la sanità; là, grazia ricevuta, ed è uno che è stato liberato dalle febbri; colà un altro risanato dalla cancrena; qua grazia ricevuta, ed è uno che è stato liberato per intercessione di Maria dalle mani degli assassini; colà un altro che non fu schiacciato sotto un enorme macigno cadente; là per la pioggia o serenità ottenuta. Se poi dai uno sguardo sulla piazzetta del santuario, vedrai un monumento.

            Lina. Sì, l'ho già veduto tante volte; c'è una bella colonna e sopra la Madonna col Bambino in braccio; perchè fu innalzata quella colonna? {86 [34]}

            Marietta. Anche quella colonna ci ricorda la protezione di Maria. La città di Torino innalzava questo monumento nel 1835, quando era liberata da micidiale choleramorbus, che orribilmente infestava lo vicine contrade.

            Lina. Bisogna proprio dire che innumerevoli sono le grazie che ci fa la Vergine santissima.

            Marietta. I favori che ti ho finora accennati, riguardano solamente i bisogni temporali; che cosa diremo poi delle grazie spirituali, che Maria ha ottenuto e ottiene a' suoi divoti? Bisognerebbe scrivere grossi volumi per enumerare le grazie spirituali, che i suoi divoti hanno ricevuto e ricevono tutti i giorni per mano di questa grande benefattrice dei genere umano. Quante vergini devono la preservazione di tale stato alla protezione di lei! quanti conforti agli afflitti! quante passioni combattute! quanti martiri fortificati! quante insidie del demonio superate! S. Bernardo dopo avere enumerato una lunga serie di favori che Maria tuttodì ottiene a' suoi divoti, finisce con dire che tutto il bene che ci viene da Dio, ci viene col mezzo di Maria: Totum nos Deus habere voluit per {87 [35]} Mariam. Nè solamente è l'aiuto de' cristiani, ma eziandio il sostegno della Chiesa universale. Come ben sai, a Maria si danno tanti titoli, viene chiamata con tanti nomi; ebbene tutti questi titoli ricordano un favore da lei ottenuto; di più tutte le solennità che si celebrano nella chiesa ebbero origine da qualche grande miracolo, da qualche grazia straordinaria che Maria ottenne a favore della Chiesa.

            Quanti eretici confusi, quante eresie estirpate, a segno che la Chiesa esprime la sua gratitudine, dicendo a Maria: Tu sola, o gran Vergine, fosti colei che sradicasti tutte le eresie: Cunctas haereses sola interemisti in universo mundo.

            Lina. O mamma, a udirvì a raccontare tante belle cose di Maria santissima, mi sento riempiere di confidenza in lei; non ho più timore dei nemici dell'anima mia, ma spero col suo soccorso di poterli vincere tutti. {88 [36]}

 

 

Capo XXVI. Maria nostra protettrice in punto di morte.

 

            Marietta. So che l'altra volta parlandoti, della madre tua Maria, tu hai provato tanto piacere nell'udire che Ella ci somministra tanti aiuti spirituali e temporali; oggi ti dirò di Lei altre cose che dovranno cagionarti contentezza ancor maggiore.

            Lina. Io perciò starò molto attenta, e procurerò di ritener bene quanto mi dite. Mi fa tanto piacere sentir parlare di Maria, che vorrei che me ne parlaste tutti i giorni.

            Marietta. Come ti ho detto, Maria protegge i suoi divoti in tutti i bisogni della vita, ma bisogna che tu sappia che li protegge poi assai più in punto di morte. Maria in quel punto viene a combattere i nemici dell'anima nostra, che faranno tutti i loro sforzi per guadagnarsi l'anima nostra in quegli estremi della vita. Maria, come dice la Chiesa, sarà un capitano terribile, che a guisa di un ordinato esercito reprimerà gli assalti del nemico infernale: Terribilis ut castrorum acies ordinata.

            Lina. Raccontatemi qualche esempio di {89 [37]} casi in cui Maria abbia portati aiuti a chi si trovava negli ultimi momenti di sua vita.

            Marietta. Te ne potrei raccontare tanti da non finir più: per ora ti bastino questi pochi. S. Luigi negli ultimi momenti di sua vita, confortato da Maria, non solo non temeva la morte, ma era pieno di contentezza di mano in mano che si faceva più vicina l'ultima ora di sua vita. Il figlio di santa Brigida, di nome Carlo, fu liberato dalle insidie del demonio, nè la Madre di misericordia permise che i nemici dell'anima entrassero nella camera dell'infermo. Così Iddio rivelò alla medesima santa Brigida. E nota bene che Maria è cotanto terribile agli spiriti maligni, che, come dice s. Bonaventura, allo invocare il suo nome tutto trema l'inferno: Ab invocatione nominis tui trepidat spiritus malignus.

            E poi? fa bisogno di dire tante cose? Basta considerare Maria come nostra madre, e poi abbiamo una qualche idea delle grazie che ella sarà per ottenerci in punto di morte. Le madri terrene non abbandonano mai i loro figliuoli. Quanto più crescono le loro miserie e i loro mali, tanto più si adoperano con materna sollecitudine per sollevarli in mezzo a qualsiasi pericolo. {90 [38]} Così Maria, che tanto ama i suoi figli in vita, con quale tenerezza, con quale bontà non correrà a proteggerli negli ultimi istanti quando maggiore ne è il bisogno? Ella stessa rivelò a santa Brigida queste precise parole: Io, qual madre fedele, voglio essere presente alla morte di tutti quelli che mi hanno servita; voglio trovarmi presente, voglio proteggerli, voglio consolarli.

            Maria aiuta tutti i suoi divoti in punto di morte col darsi talvolta visibilmente a vedere. Tale è il sentimento di s. Bonaventura, di s. Cirio Borromeo, di s. Filippo Neri, di s. Alfonso e di molti altri. Tale pure è il pensiero della Chiesa che chiama Maria Auxilium christianorum; aiuto dei cristiani. Quest'aiuto deve essere certamente più grande, quando maggiori sono i pericoli, come in punto di morte. E ciò appunto dimandiamo ogni giorno quando diciamo: Santa Maria, pregate per noi nell'ora della nostra morte. Ma più d'ogni altra sono tenere e consolanti le parole che dicono i sacri ministri e gli altri che recilano l'uffìzio della beata Vergine, quando chiamano: Maria, madre della grazia e della clemenza, tu difendici dalle insidie del nemico infernale, e nell'ora della morte accogli {91 [39]} l'anima nostra. Tu nos ab hoste protege, et mortis hora suscipe.

            Lina. Quanto è mai buona la madre nostra Maria santissima! Se ella ci assiste al ponto di morte con tanta sollecitudine ed amore, saremo certi di riportare vittoria contro al demonio. Ma, ditemi, possiamo poi essere tutti sicuri di essere cosi assistiti da Maria al punto di morte?

            Marietta. Si, possiamo essere tutti sicuri di avere Maria per protettrice al punto di morte, purchè in vita siamo suoi veri divoti.

            Lina. E che cosa bisogna fare per essere veri divoti di Maria?

            Marietta. Per essere veri divoti di Maria, in primo luogo conviene evitare il peccato mortale; perchè chi commette peccati mortali siccome offende Gesù, così non può a meno di arrecare anche un grande dispiacere alla sua Madre. In secondo luogo, per essere divoto di Maria, bisogna procurare di imitarla con mettere in pratica le sue virtù, come sarebbero l'ubbidienza, l'umiltà, la castità, la carità, ecc. In terzo luogo finalmente, bisogna ricorrere a lei con grande confidenza nelle nostre necessità; bisogna onorarla con dire devotamente {92 [40]} l'Ave Maria, con recitare l’Angelus al mattino, al mezzodì e alla sera; ed onorarla poi in modo particolare nelle sue solennità coll'andarci a confessare e coll'andar a ricevere il suo divin Figlio nella santa Eucaristia.

            Lina. Mamma, voglio proprio mettermi nell'impegno di essere vera divota di Maria; e voi quando mi vedete a mancare in qualche cosa, ditemi tosto che così facendo non posso piacere alla mia Madre celeste, ed io vi prometto di emendarmi.

            Marietta. Cara mia Lina, se tu ti metti in questo impegno, sta pur sicura che Maria dal canto suo s'impegnerà di proteggerti sempre in vita, e specialmente in punto di morte, quando avrai maggior bisogno della sua protezione.

 

 

FINE {93 [41]}

 

La fanciulla che brama di amare Gesù Cristo, a Maria di lei madre.

 

A Te, che sei dolcissima

Madre clemente e pia,

A te cara Maria

Devo la mente e' l cor.

 

Son giovinetta debole,

Qual fiore in sullo stelo

A' rai cocenti, al gelo

Esposta al vento ancor.

 

Son facile bersaglio

D'un mondo traditore,

Di cui l'impuro amore

All'alma morte dà.

 

Di cuore assai sensibile,

Del ben del mal capace;

Ma più della fugace

Terrena vanità:

 

Corro mille pericoli

Di venir presa all'esca

Fra la mondana tresca

Di sozzi e rei piacer. {94 [42]}

Ma v’è a piacer dell'anima

Un dolce amabil frutto,

Che doni al mondo tutto?

Sì, o Madre, Egli è Gesù.

 

Se giungo d'amor tenero

Arder per Lui, che m'ama,

Allor impura brama

Non macchierammi più.

 

Ma qual celeste fiaccola

Accenderammi il core,

Se Tu, che dell'amore

Sei Madre, non lo fai?

 

Voglio da me respingere

Ogni terreno oggetto,

Ma tu Gesù diletto

Tutti gli affetti avrai.

 

Or Tu m'aiuta, o lucida

Del ciel, propizia stella,

M'impetra, o Vergin bella,

Il divo e casto amor.

 

Fa che nel cielo seguiti

L'immacolato Agnello,

Col cantico novello

Del verginal candor.

 

Con approvazione della Revisione Ecclesiastica. {95 [43]}

 

 

 

Indice

 

A chi legge

Pag 3

Capo I La buona madre

 7

Capo II Lo svegliarsi del mattino

 15

Capo III Offerta a Maria

 17

Capo IV Toeletta

 19

Capo V Preghiera del mattino

 21

Capo VI Doveri verso i genitori

 24

Capo VII Ordine e cura delle cose di casa

 27

Capo VIII La santa messa

 29

Capo IX Lo studio

 31

Capo X La Comunione

 35

Capo XI Il lavoro

 39

Capo XII La refezione

 40

Capo XIII La ricreazione

 42

Capo XIV La carità

 45

Capo XV.La pazienza provata

 47

Capo XVI Visita al SS Sacramento

 51

Capo XVII Preghiera della sera

 53

Capo XVIII Il sonno

 55

Capo XIX La confessione

 57

Capo XX Frequenza alla santa Comunione

62

Capo XXI La chiesa di Gesù Cristo

 68

Capo XXII II rispetto omano

 74

Capo XXIII Le compagnie cattive

 78

Capo XXIV Le conversazioni

 81

Capo XXV Maria nostra protettrice nella vita presente

 85

Capo XXVI Maria nostra protettrice in punto di morte

 89

La fanciulla che brama di amare Gesù Cristo, a Maria di Lei madre CANZONE

 94 {96 [44]}

{97 [45]}

{98 [46]}

 




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